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"Solstizio d'inverno è un nobilissimo itinerarium mentis et cordis, un'alta sublimazione (in senso non certo freudiano), e soprattutto una meditatio mortis dannatamente necessaria, che aspira a condurci dalla terra al cielo. Dentro questo libro, ancora, si ravvisa «il dolce color d'orïental zaffiro» dell'empireo: è un'ascesa che diviene, nel contempo, un'ascesi, un superamento spinto ai limiti dell'umano parlare di tutto ciò che incatena agli impacci opachi e infidi della carne, dell'imperfezione connaturata all'humana condicio e - più in generale - di tutto quanto è umano tout court". (Roberto Roversi)